La musica veste "Donna" - Il Pianoforte e la Didattica

ANTONIETTA CAPPELLI
DIDATTICA PIANISTICA E MUSICALE
Il Pianoforte e la Didattica
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La musica veste "Donna"

Il Linguaggio musicale

Il genere femminile ha una storia fatta di continue penalizzazioni.
In ambito musicale, soprattutto compositivo, trovare menzionata una musicista è alquanto raro, senonchè impossibile. Eppure di donne compositrici ce ne sono state e ce ne sono tutt'ora.

Ricordiamo Maria Anna Mozart, conosciuta come Nannerl, sorella maggiore di Wolfgan Amadeus, eccellente musicista e compositrice.
Esiste un libro intitolato "Note di donne, musiciste italiane dal 1542 al 1833" di Daniela Dominici che scrive nell'introduzione:  “Ho trovato la biografia online della maggior parte delle compositrici scritta in inglese e non in italiano, come mi sarei aspettata data la loro nazionalità”. Questa affermazione fa riflettere...
Maddalena Casulana, compositrice del periodo tardo rinascimentale e prima donna in assoluto ad aver pubblicato proprie composizioni nella storia della musica occidentale. Ha scritto molti madrigali e il suo primo libro è stato dedicato a Isabella de’ Medici, la Casulana afferma  “di mostrare al mondo "il vanitoso errore degli uomini di possedere essi soli doti intellettuali, e di non credere possibile che possano esserne dotate anche le donne”. Perchè il nome di questa donna non compare in nessun libro di storia?
Francesca Caccini, figlia del celebre Giulio, una delle musiciste e compositrice barocca o meglio prima compositrice della storia a scrivere un’opera intitolata "La liberazione di Ruggiero"... come mai si sono dimenticati di scrivere anche il suo nome sui libri di storia?
Possimo redigere un elenco di nomi dimenticati e non meno importanti dei precedenti. Ne ricordiamo alcuni: Barbara Strozzi, Lucrezia Vizzana, Claudia Rusca, Chiara Cozzolani, Isabella Leonarda, Raffaella Aleotti (la prima donna della storia a pubblicare composizioni di musica sacra), Maria Cattarina Calegari (interprete e compositrice sopraffina che  si conquistò il titolo di Divina Euterpe) e Maddalena Sirmen (una delle poche donne musiciste cresciuta in povertà. Nata da una famiglia aristocratica caduta in miseria, crebbe in uno di quegli orfanotrofi veneziani, l’Ospedale dei Mendicanti. A partire dall' età di otto anni, Maddalena iniziò i suoi studi musicali che la fecero diventare un’apprezzatissima violinista e una compostirice nota in tutta Europa).
L'americana Clara Baur fu la prima donna a fondare un conservatorio, l'Università di Cincinnati - College-Conservatory of Music, nel 1867.
Tante altre donne hanno fatto parte di questa "lotta contro i mulini a vento"e continuano a farne parte e nonostante la loro bravura e preparzione faticano ad emergere. Parliamone e diffondiamo notizie.  



Josepha Barbara Auernhammer

Pianista, compositrice e insegnante di pianoforte austriaca, nata a Vienna il 25 settembre 1758. Grande talento che vanta gli insegnamenti più prestigiosi del periodo: Georg Friedrich Richter, Leopold Anton Kozeluch e dal 1781 con W.A. Mozart. Il 27 giugno 1781 Mozart scrisse al padre Leopold: “Quasi ogni giorno, dopo cena, mi reco dagli Auernhammer. – La signorina è un mostro! – suona deliziosamente anche se, tuttavia, le manca un po’ di qualità fine e genuina e nel “cantabile, strappa troppo “.
L'ammirazione di Mozart lo porta a dedicarle le sue 2 Sonate per violino: K. 296 e K. 376–80.
Mozart affidò a Josepha la copia e la correzione di diverse sonate, come preparazione alla stampa. Si trovano diverse recensioni sui giornali dell'epoca che osannano il virtuosismo della signora e a volte la criticano, in quanto donna emancipata.
Il 23 novembre 1781 suonò con Mozart la Sonata per due pianoforti K. 448 di Mozart e il Concerto K. 365. Altri concerti si succedettero nel 1782.
L'abate Stadler ricorda nella sua autobiografia: " Quando  (Mozart) venne  a Vienna e fece incidere le sue sei sonate per pianoforte e violino da Artaria e   dedicate all'Auernhammer , mi portò alle prove, Artaria portò la prima impressione, Auernhammer suonava il pianoforte, Mozart accompagnava al posto del violino un secondo fortepiano accanto ad esso, ero deliziato dal suono del maestro e dell'allievo, non ho mai sentito un'esecuzione così superba in vita mia "  (citato da Haas, P. 83).
Josepha voleva diventare una concertista! è deplorevole che sappiamo così poco del tempo prima delle sue lezioni con Mozart. Quest'ultimo ci  svela il "segreto" di Auernhammer in una lettera a suo padre del 27 giungo 1781  : Il loro piano è  "studiare onestamente per altri 2 o 3 anni, e poi andare a Parigi e farcela.  [...] Invece di sposarsi  Josepha Auernhammer preferisce vivere del suo  “talento”  ... così mi ha chiesto di starle accanto per portare a termine il suo piano. - ma non vuole dirlo a nessuno in anticipo " .
Dopo la morte del padre, nel 1782, Josepha si trasferì dalla baronessa Maria Elisabeth Waldstätten grazie alla mediazione di Mozart.
Josepha si innamorò perdutamente di Amadeus ma, non fu ricambiata. Lo dimostrano le lettere che quest'ultimo inviò al padre, alcune molto dure e sprezzanti...
Nel 1786 Josepha sposò Johann Bessenig (c. 1752-1837), dal quale ebbe quattro figli.  Nonostante il matrimonio, la signora, continuò a tenere concerti al Burgtheater di Vienna, quasi ogni anno. La possibilità di questi concerti è frutto di una  "  protezione" spesso invidiata (Hanslick, p. 125). Il compositore Johann Gänsbacher (1778–1844) specifica che questo benefattore era il barone Braun, allora locatario del teatro. Alcune composizioni di Josepha Auernhammer, sono dedicate a Braun.
Josepha ha eseguito regolarmente opere di Mozart nei suoi concerti.
Le recensioni dei suoi concerti sono state positive all'inizio dell sua carriera e poi sempre più dure. Ne cito alcune.
Il recensore del "giornale per il mondo elegante scrive: " ha scoperto di essere non abbastanza potente con il Concerto per pianoforte e orchestra di Anton Eberl (1765-1807) ha suonato "con troppa poca sicurezza e precisione"  (Zeitung per il mondo elegante 1803, p. 363).
"Il suo modo di suonare il pianoforte era ormai considerato  "adatto alla scuola, ma freddo e  antiquato " (AmZ 1813, colonna 300): il recensore si riferisce all'interpretazione di una sonata di Beethoven, mettendo in luce la netta differenza di esecuzione tra Mozart e Beethoven.
Le composizioni dell Auernhammer risultano molto tecniche e non semplici. Schilling. nel 1835, scrive: "A proposito, tutte le sue composizioni richiedono meno destrezza meccanica che sottigliezza e delicatezza nell'esecuzione  , precisione e massima delicatezza in attacco, motivo per cui possiamo consigliarle meno ai principianti che ai musicisti veramente istruiti"  (Schilling, p. 333 ).
Il recensore dell '“Allgemeine Musikische Zeitung” prende in giro la musicista:  “La 63a opera? - Ehi, ehi, questo è un po 'troppo per la professione consentita a una signora" e continua  scrivere che le variazioni sono  "molto piacevoli da suonare e ascoltare"(AmZ 1799, Col. 90s.).
Il “giornale per il mondo elegante” giudica finalmente dopo una critica molto positiva all'interpretazione di una loro opera:  “ciò che Madame Auernhammer compone, può essere suonato solo da Mad. A.” (Il giornale per il mondo elegante del 1804, p. 284).
Il 25 marzo 1801 suonò il Concerto per pianoforte in do maggiore Opus 15 di Ludwig van Beethoven, appena composto.
Il suo ultimo concerto pubblico fu il 21 marzo 1813, assieme alla figlia Marianna Auenheim, nota insegnante di canto e pianista.
Auernhammer scrisse prevalentemente musica per pianoforte, in particolare variazioni, che sono caratterizzate da una conoscenza delle tecniche pianistiche e padronanza della tastiera.
Morì a Vienna il 30 gennaio 1820.
(per approfondire, fare riferimento al sito www.lvbeethoven.it )


Anna Catherina von Martines (Vienna, 4 maggio 1744 – Vienna, 13 dicembre 1812)
Conosciuta come Marianna Martines (come ella stessa si firmava) fu cantante, pianista e compositrice austriaca; visse nella Vienna classica.
Il nonno paterno fu un soldato spagnolo, di stanza a Napoli. Il padre, Nicolò Martines, nacque e crebbe a Napoli e rinunciò alla vita militare per rivestire il ruolo di Maestro di Camera (“maggiordomo”) del Nunzio Apostolico presso la corte reale viennese.
L’imperatore mise a disposizione della famiglia Martines un alloggio della Michaelerplatz, un’imponente costruzione, ancora oggi sulla Kohlmarkt. Nell’aprile del 1730, al IV piano del palazzo si stabilì il giovane Metastasio. Molto probabilmente, Metastasio e Nicolò Martinez si erano conosciuti a Napoli e la convivenza viennese fu di sincera e reciproca amicizia. Metastasio riconobbe da subito le doti musicali di Marianna e contribuì, insieme a Nicola Porpora (per il canto) e all’emergente J. Haydn (dalla fine degli anni cinquanta, ospite nella mansarda del palazzo e intento a farsi strada a Vienna), all’educazione e alla formazione musicale della bambina.  Per Metastasio, Marianna, era “la mia Santa Cecilia”, e per Haydn “die kleine Spanierin” (la piccola spagnola). L’istruzione ricevuta da Marianna fu di prim’ordine e a coronare i suoi studi di composizione ci pensarono due nomi illustri: Johann Adolf Hasse e il compositore della corte imperiale Giuseppe Bonno. La giovane donna era madrelingua italiana, spagnola e tedesca, ma aveva buona conoscenza del francese (come lei stessa scrive in una lettera in cui si presentava a Padre Martini) e sapeva parlare anche l’inglese, come afferma il musicologo Charles Burney, in visita a Vienna.
L’imperatrice illuminata, Maria Teresa d’Austria, favorì la presenza di Marianna a corte e la incoraggiò ad esibirsi ed eseguire le sue composizioni. Fu una delle musiciste preferite dell’imperatrice e spesso pretendeva le sue esibizioni canore. Il suo modo di suonare il clavicembalo è stato paragonato a quello di C. Ph. E. Bach; la sua esecuzione vocale e le sue composizioni sono state apprezzate per il virtuosismo, costruzione melodica e uso singolare del contrappunto.
All’età di 16 anni, Marianna, aveva già composto molta musica sacra e profana che era eseguita nelle chiese e nelle sale da concerto, a Vienna e non solo. Metastasio fu una figura determinante per la giovane donna e la accompagnò passo dopo passo, non solo istruendola culturalmente ma anche nella costruzione della carriera musicale.
Nel 1768 ebbe contatti con Saverio Mattei, musicista e critico letterario calabrese amico di Metastasio, per musicarne i Salmi, che verranno poi eseguiti in tutta Europa. Iniziò una fama internazionale. L’inglese Charles Burney, scrive: “Sentiti gli elogi sull’ingegno di questa giovane signora, desideravo ascoltarla e conversare con lei. Ella accetto in modo spontaneo, senza eccessiva ostentazione di timidezza, senza farsi troppo pregare. La sua esecuzione superò ogni mia aspettativa: le iperboli italiane mi aiuterebbero se scrivessi in quella lingua… dirò soltanto che la signora raggiungeva una perfezione che non ho mai trovata in nessuna altra musicista”.
Marianna partecipò attivamente alla vita artistica viennese; celebri sono: le serate musicali nella residenza estiva dei Ployer, a cui erano presenti anche Leopold Mozart e il figlio Wolfgang, J. Haydn, Albrechtberger e Josef Weigl; un concerto di Mozart a casa della principessa Marie Karoline Tautson nel 1762.
Il 27 maggio 1773, dato il giudizio favorevole di Padre Martini sull’operato di Marianna e consapevole dell’interesse di Pietro Metastasio per la carriera musicale della giovane, un comitato di diciotto membri votò all’unanimità per concedere alla Martines il titolo di Accademia Filarmonica Onorata. L’accademia bolognese, polo artistico-letterario per eccellenza, esisteva da 108 anni ed era la prima volta che la nomina era data ad una donna. Per Marianna fu preparato un diploma d’onore su pergamena (inviato a Vienna) e il resoconto dell’incontro dei membri onorari, fu pubblicato il 13 luglio 1773 sulla Gazzetta di Bologna: “E quale raro e speciale onore si rende qui al gentil sesso, che ora conta tra i suoi membri una donna che tante città hanno motivo di invidiare! Marianna ha scritto per l’Accademia l’adattamento di Dixit Dominus, salmo 109, davanti al quale l’Accademia ha espresso stupore per la bellezza, l’arguzia e la nobiltà dell’espressione, tuttavia, l’opera non è stata eseguita a causa del rifiuto di Marianna di recarsi alla prima della sua opera”.
ll 23 gennaio 1774, insieme ai suoi quattro fratelli (Joseph, Dionys, Johann Baptist e Karl Borromäus) e sua sorella Antonia, Marianna Martines fu nobilitata da Maria Theresia.
Marianna diventò internazionale, ma svolse la sua attività solo a Vienna: le sue composizioni erano eseguite sia in pubblico e sia in privato.
Nel marzo 1782 la Vienna Tonkünstler-Societät, presso il Kärtnertotheater di Vienna, fece rappresentare l’Oratorio “Isacco del Redentore”, su testo di Metastasio. L’organico orchestrale riuniva: archi, oboi, flauti, fagotti, trombe, corni, timpani e un coro di circa duecento persone! La Prima fu trionfale e accostò il nome di Marianna ai grandi musicisti viennesi: J. Haydn, W.A. Mozart, L. Beethoven e G.F. Händel.
Marianna è stata la compositrice più prolifica di Vienna, conta più di duecento componimenti al suo attivo: , brani vocali e musica per organico strumentale. Ricordiamo: In exitu Israel per soli, coro e orchestra, Salmo 112 per coro e orchestra e i Tre Concerti per clavicembalo e orchestra rispettivamente nelle tonalità di DO, LA e SOL (da notare la scelta delle tonalità dei concerti, tutte maggiori e solari).
La morte dei genitori e la morte di Metastasio, nel 1782, portarono cambiamenti nell’attività musicale di Marianna e i suoi fratelli. Grazie al lascito testamentario, la musicista e i suoi fratelli, poterono trasformare la loro casa in un centro culturale frequentato dall’élite viennese: un luogo di ritrovo per gli artisti dell’epoca! Si organizzavano serate musicali di prim’ordine con i migliori musicisti, tra i quali anche il giovane Beethoven.  Il tenore irlandese Michel Kelly, uno dei partecipanti alla prima de Le nozze di Figaro, in una delle tante serate musicali, ascoltò Marianna suonare una sonata di Mozart a quattro mani insieme allo stesso Mozart (succedeva spesso), si riferisce a lei come a una donna in età matura “sebbene abbia la gioia e la vivacità di una ragazza”.  “Per suo divertimento e per amore dell’arte”, nel 1790, Marianna fondò una scuola di canto da cui emersero grandi voci dell’epoca come quella di Therese van Dürfeld.
Metastasio ha descritto la voce di Marianna come un “bel mix di antico e moderno”. Non mancano anche note negative. Il Marchese Lucchesini, un viaggiatore e diplomatico in soggiorno a Vienna (dicembre 1792-aprile 1793), riporta l’esperienza di una serata musicale a casa Martinez:

5 gennaio [1793]. Sabato
Alle ore 7 andammo a casa Martinez, dove nel sabato si fa sempre un’accademia di musica. In questa casa abitava il celebre Pietro Metastasio, il quale, morendo, lasciò erede del suo questa famiglia, dopo avere con essa vissuto 53 anni. Di essa rimangono ora due vecchie sorelle ed un fratello. Una delle due sorelle ha studiato con molto profitto la musica, ed è per lei principalmente che si fanno queste accademie. Ad esse intervengono molte donne, ed alle volte vi ho contato circa trenta fra dame e cittadine. Li strumenti consistono in un solo, vecchio e cattivo cembalo, col quale la sig. Martinez accompagna le persone che vogliono cantare, e che dicesi che faccia con abilità. Talvolta ella pure vuol cantare; ma lo fa con una voce stridula e tremante, che palesa l’età sua, non più atta a questo.

(Da “Il Marchese Cesare Lucchesini, viaggiatore e diplomatico,” La Rassegna nazionale 30, 1886, pp. 458–81)

Gli ultimi 25 anni di vita di Marianna (mai sposata e ormai sola) sono coperti dal silenzio, fino alla morte, avvenuta il 13 dicembre 1812.



Funny Mendelssohn (14 novembre 1805 – 14 maggio 1847)
Pianista e compositrice tedesca del primo Romanticismo dotaata di un grande talento.
Cresciuta a Berlino, ha ricevuto una formazione musicale solida da insegnanti tra cui sua madre, Ludwig Berger e Carl Friedrich Zelter . Sorella del grande Felix. Agli esordi dell sua carriera molte composizioi furono pubblicate  nome di suo fratello (raccolte Opus 8 e 9) perchè il ruolo di compositore non si addiceva ad una donna. Nel 1829 sposò l'artista Wilhelm Hensel ed ebbero il loro unico figlio, Sebastian Hensel. Scrisse musica da camera, lieder e pezzi pianistici. Nel 1846, nonostante l'opposizione della sua famiglia nei confronti delle sue ambizioni musicali, Fanny Hensel, pubblicò una raccolta di canzoni come Opus 1. Nel 1847 morì di ictus.
Ad Amburgo, in Germania, il 29 maggio 2018 è stato inugurato Il Museo Fanny & Felix Mendelssohn.




Jessie Taylor Laussot (Londra 27 dicembre 1829 – Firenze 8 maggio 1905)
Jessie Taylor studiò pianoforte a Dresda e, nel 1848, conobbe Richard Wagner. Insoddisfatti entrambi dei rispettivi matrimoni ebbero una relazione che si tramutò in una tenera e duratura amicizia. Dopo la morte del primo marito, si unì al professor Karl Hillebrand. Anche il secondo matrimonio non fu dei migliori, a causa dei problemi di nervi accusati dal marito. Nel 1860 decise di trasferirsi a Firenze. Donna molto colta e poliglotta, a Firenze, era solita ricevere le visite del suo migliore amico: Franz Liszt. Per quest'ultimo, Jessie era la «chère Maestrona». I due amici pianificarono la diffusione e promozione in Italia della "nuova musica". Jessie era a capo della Società Cherubini e si dedicò ad organizzare concerti alla moda, proponendo le “nuove musiche” di Wagner, Berlioz, Liszt. Hans von Bülow, amico d’infanzia e di studi della donna, affermò che Firenze divenne «Dresda sull’Arno».
L'amicizia speciale con R. Wagner, per quest'ultimo Jessie fu la prima donna wagneriana, la portò a contribuire al successo della prima del Lohengrin, a Bologna (1 novembre 1871), scrivendo un articolo sul "Dwight's Journl of Music". Descrisse le caratteristiche della scrittura wagneriana e di come gli italiani avessero apprezzato la novità della nuova estetica, affossando tutte le critiche  e polemiche nei confronti dell'amico.
A Jessie toccò anche fare da tramite tra Listz e Bülow, quando Cosima Listz si unì pubblicamente a R. Wagner.
Tutti personaggi di prim'ordine e lei, una delle donne più influenti della storia di metà Ottocento. Nel 1881 pubblicò il Manuale di Musica, edito da Loescher, con lo pseudonimo di Giovanni Alibrandi. Questo metodo che era da guida per gli insegnanti e allievi, decise di pubblicarlo sotto falso nome maschile e come ella stessa afferma: «che sia lavoro di donna né di forestiero, perché vorrei che fosse giudicato sui propri meriti e con imparzialità».
Una donna capace e di potere che ha sicuramente contribuito alla diffusione della musica tedesca in Italia e che ha valorizzato generazioni di talenti emergenti.



Lili Boulanger (Parigi, 21 agosto 1893 – Mézy-sur-Seine, 15 marzo 1918)
Lili nasce in una famiglia di musicisti. L'ambiente familiare le è propizio allo studio della musica, arte per la quale la giovane Lili mostra assai presto un'incredibile predisposizione. Gabriel Fauré, amico di famiglia, si meraviglia della sua precocità e le insegna  suonare il pianoforte. La sorella Nadia (Prima donna che ha diretto un'orchestra nel 1936, la London Philharmonic, e pedagoga formidabile) l'avvia allo studio della composizione ma delle opere giovanili è rimsto solo il Valse en mi majeur, composto nel 1906.
Non gode di buona salute e pertanto è istruita a domicilio. Contemporneamente al pianoforte studia il violino, il violoncello, l'arpa e l'organo.
Lili, nel 1909, entra al conservatori di Parigi, nella classe di composizione musicale di Paul Vidal. Nel 1912 concorre una prima volta al Premio di Roma, ma la malattia la obbliga a ritirarsi. Si ripresenta l'anno dopo ed entra nella storia:  prima donna a vincere il Premio di Roma per la composizione musicale (exequo con Claude Delvincourt) con la cantata Faust et Hélène .
Nel 1914, Lili, parte per l'Italia per incontrare i vincitori del Premio di Roma all'Accademia di Francia a Villa Medici. Purtroppo il soggiorno dura solo pochi mesi a causa dello scoppio della prima guerra mondiale. Nel 1918 muore prematuramente all'età di 24 anni. È sepolta al cimitero di Montmartre.

Le sue composizioni sono velate da malinconia e misticismo, sicuramente influenzate dalla sua malattia. Ha scritto brani orchestrali, per pianoforte, organo, violino, violoncello, oboe o flauto e prediligendo pezzi vocali su poemi di Jammes, Maeterlinck, Musset. Molte sue composizioni sono rimaste incompiute e scomparse.

I suoi 3 morceaux per pianoforte  (scritti nel 1914, i primi due a Villa Medici e il terzo a Roma) richiamano le sfumature sonore di Debussy e Ravel e le pennellate impressioniste. Ti guidano all'interno di questi giardini descritti da Lili. Non di semplice esecuzione, seppur di scrittura chiara e lineare. Richiedono controllo tecnico e grande cura del suono.



Amy Beach (Henniker, 5 settembre 1867 – New York, 27 dicembre 1944)
Prima donna americana di successo senza aver studiato in Europa. Prima donna americana ad eseguire e pubblicare una sinfonia. Scrisse numerosi poemi sinfonici e come pianista tenne concerti negli Stati Uniti e in Germania.
Bambina prodigio, con una bella voce sin da piccolissima. Sua madre era una eccellente pianista e cantante e suonava per la figlia.   Amy era un bambina particolare: molto spesso imponeva la musica da suonare, spiegando come dovesse essere eseguita e spesso poteva diventare furibonda se la musica non rispondeva alle sue richieste. Sua madre aveva capito che Amy era speciale ma disapprovava e le proibiva di suonare il pianoforte di famiglia.
A otto anni iniziò a prendere lezioni di strumento e composizione (la famiglia si era trasferita a Boston) e a sedici anni debuttò come pianista solista con la Boston Symphony Orchestra.
La sua vita cambiò all’età di diciotto anni, dopo il matrimonio con il noto fisico Henry Harris Aubrey Beach; si dedicò alla composizione e si esibì come solista per occasioni a scopo benefico o per presentare i suoi nuovi lavori.
Scrisse tante poesie, che musicò assieme a quelle scritte dal marito.
Dopo la morte del marito riprese la sua attività concertistica.
Il suo stile compositivo, puramente romantico, è ricco di creatività melodica e inattese sovrapposizioni ritmiche.




Marion Eugenie Bauer (Augusta 15 agosto 1882 – 9 agosto 1955)
Compositrice americana, insegnante presso la facoltà della New York University (allora Washington Square College) dove insegnò storia e composizione della musica dal 1926 al 1951. Ha composto , ensemble e orchestrali. Dal 1940 al 1955 è stata affiliata alla Juilliard, come docente ospite, dal 1940 fino alla sua morte nel 1955. Marion è stata l'editor per il Musical Leader di Chicago e autrice/co-autrice diversi libri, tra cui il suo testo del 1933 "Twentieth Century Music". Nel corso della sua vita ha promosso non solo il proprio lavoro, ma la nuova musica in generale. Bauer ha contribuito a fondare l'American Music Guild, l' American Music Center e l' American Composer's Alliance , fungendo da membro del consiglio di quest'ultima. Bauer ha inoltre ricoperto ruoli di leadership sia nella League of Composers che nella Society for the Publication of American Music rispettivamente come membro del consiglio e segretario. Molto spesso, era l'unica donna in una posizione di leadership in queste organizzazioni. La musica di Bauer include dissonanze a ricerca di armonie. Raramente esce dai limiti della tonalità, fatta eccezione per la sua breve sperimentazione con il serialismo negli anni '40. Durante la sua vita, ha goduto di molte esecuzioni delle sue opere, in particolare la prima della New York Philharmonic di Sun Splendor nel 1947 sotto la direzione di Leopold Stokowski e un concerto del 1951 al municipio di New York dedicato esclusivamente alla sua musica.









Pagina in continuo aggiornamento...


Donne contemporanee che contribuiscono all'arricchimento del repertorio musicale ma delle quali si parla poco oppure nulla...
La figura della donna musicista-compositrice si divide tra famiglia e lavoro. Creare una "cultura" al femminile non è stato facile ma finalmente qualcosa si è mosso. Ricordiamo alcuni nomi celebri e mi scuso se ho dimenticato qualcuna.

Matilde Capuis
Barbara Giuranna  
Biancamaria Furgeri
Teresa Procaccini  
Irma Ravinale
Patricia Adkins Chiti
Ada Gentile
Roberta Silvestrini
Paola Ciarlantini
Stefania Spadini
Sara Torquati
Gisella Frontero
Francesca Virgili
Loredana Totò
Sonia Bo
Carla Magnan
Beatrice Campodonico
Barbara Rettagliati
Cristina Landuzzi
Elisabetta Brusa


"I suoni ci circondano e noi siamo essenza sonora"
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