Generi a tema "variato" - Il Pianoforte e la Didattica

ANTONIETTA CAPPELLI
DIDATTICA PIANISTICA E MUSICALE
Il Pianoforte e la Didattica
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Generi a tema "variato"

Le forme musicali
Mettiamo a confronto tre generi: PASSACAGLIA, CIACCONA E ECOISSAISE

La Passacaglia è la continua variazione di un tenor (concetto strettamente collegato alla musica medioevale e rinascimentale), vale a dire quell’antica vox principalis da cui derivano le altre voci stratificate, prima chiamate organa e poi linee melodiche sovrapposte. La polifonia fa da sfondo a tutti i generi musicali sino al Barocco e le “variazioni Golberg” di J.S. Bach ne sono l’emblema.  
La Passacaglia fu utilizzata spesso da J.S. Bach, celebre il Crucifixus della Messa in Si minore, mentre Johannes Brahms la impiega per terminare le Variazioni su un tema di Haydn e nel IV movimento della Sinfonia n.4 (35 variazioni sul tema della cantata BWV 150 di J.S.Bach). In ambito dodecafonico, Hanns Eisler utilizza la Passacaglia, nei suoi Vierzehn arten den regen zu beschreiben, per il n. 10 "presto etude".

Molto simile alla Passacaglia è la Ciaccona, forma scelta da Beethoven per le sue 6 Ecoissaises WoO 83 e le bellissime e temutissime 32 variazioni in DO minore WoO 80. Anche la Ciaccona si basa sul principio del tema variato ma, a differenza della Passacaglia, che ha una forma più libera, si presenta più schematica. Le caratteristiche sono: danza dal carattere vivace e scherzoso in tempo ternario, melodia costruita su basso sincopato ostinato. Il basso che genera la Ciaccona è ancorato a regole ferree: rimbalza dalla tonica alla dominate in moto ascendente, discendente, cromatico oppure diatonico.

l'Ecoissaise, in italiano "scozzese", è una danza vivace in tempo binario diffusa in Francia nel XVI secolo, si distingue dall’anglaise perchè più veloce e per il passo alternato, come nella bourrée o polka. Molti compositori si sono cimentati nella scrittura di queste danze, tra i quali: L. van Beethoven, F. Schubert e F. Chopin.

Esperimento didattico

Le 6 Ecoissaises WoO 83 di L.v.Beethoven sono un esempio dell’evoluzione della Ciaccona, di cui ne riportano le caratteristiche: stesso basso per tutte le danze (variazioni) che saltella dalla tonica alla dominante, tempo ¾ e unitarietà della forma.
Il collante tra una danza e l’altra è il ritornello che si ripete sempre uguale dalla prima all’ultima.
Quest’opera risulta molto importante per la didattica perché fornisce al pianista principiante gli elementi tecnici basilari per imparare: a gestire peso/presa, capacità visuo-spaziale, tecnica sulle 5 note, doppie terze, passaggi per moto contrario variamente combinati (per salti e congiunti), comprensione della melodia variata e costruita sullo stesso basso e agilità nei movimenti.  
Rebecca Nichiforel è una bambina di 10 anni che ha iniziato a studiare pianoforte da circa 2 anni e si è cimentata nello studio di questa in questione.
Ho posto alcune domande per capire come e cosa si può imparare dallo studio di queste danze.
1. Com’è stato studiare queste danze? Ti sono piaciute?
Quando ho iniziato lo studio delle danze ho avuto paura. Le avevo ascoltate e mi erano piaciute molto ma, nella pratica mi sono risultate difficili. La prima danza è stata abbastanza semplice anche se la mano sinistra i ha dato un po’ di problemi. Troppi salti… Andando avanti mi sono scontrata con la danza n.2 (ancora adesso ho paura di suonarla): gli arpeggi discendenti della mano destra e i salti della sinistra sono terribili. Le danze seguenti non mi hanno dato particolari problemi sino alla n.6: il passaggio dai salti ai passaggi a note congiunte congiunte non all’unisono e che salgono e scendono mi mettono in crisi!
2. Come hai affrontato lo studio dei brani?
Ho studiato moltissimo a mani separate, soprattutto i salti, e molto lentamente. Il ritornello mi ha dato un po’ di problemi e per imparare a sonarlo mi sono esercitata ad occhi chiusi e guardando il soffitto. Ho imparato che non devo pensare ad una mano per volta ma contemporaneamente a tutte e due e poi ho imparato che la gestione del peso, l’appoggio e il controllo dei movimenti sono fondamentali. Devo ancora studiarle e devo velocizzarle ma sono contenta del risultato ottenuto.
3. Consiglieresti ad altri bambini di studiare queste danzette?
Assolutamente si! Quando hai imparato a suonarle è divertente e i salti diventano un gioco.
4. Sapresti descrivermi le 6 Ecoisses con delle immagini?
“Non saprei… La prima è spensierata, mi sembra un bambino che salta e gioca; la seconda è un ballerino più pensieroso e incerto; la terza mi sembra una danza di coppia, saltellata e infatti la mano destra suona per terze; la quarta è più sentimentale e morbida; la quinta mi dà l’idea di un uccellino che saltella e l’ultima mi fa venire in mente un ballerino che balla al centro di un cerchio.”
5. Che cosa ti hanno insegnato queste danze?
A studiare in modo accurato, costante e soprattutto che i risultati arrivano un po’ per volta. Adesso non ho più paura di suonare i brani con i salti perché sto imparando a gestire la tastiera.

Propongo il video che vede Rebecca nella fase di impostazione delle danze. Come matureranno tecnicamente e musicalmente? Riuscirà a suonarle più veloci e pulite? Riuscirà a sviluppare una sua danza (improvvisazione "preparata") sul basso dato?  
Ci ritroviamo dopo le vacanze estive!


LvB WoO 83
"I suoni ci circondano e noi siamo essenza sonora"
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