L'uso dei pedali - Il Pianoforte e la Didattica

ANTONIETTA CAPPELLI
DIDATTICA PIANISTICA E MUSICALE
Il Pianoforte e la Didattica
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L'uso dei pedali

La tecnica pianistica
I pedali del pianoforte sono tre:




Il pedale di una corda
detto pedale di sinistra oppure "soft pedale" produce un suono più dolce e piano.



Il pedale tonale o middle pedal (pedale di mezzo) presente nei pianoforti a coda (e ultimamente anche in alcuni modelli di verticali, prodotti da: Kawai, Yamaha e Steinway), ha la funzione di tenere una nota o più note per più battute.
Per usare correttamente questo pedale, si deve suonare la nota o le note interessate e subito dopo il pedale.
Il funzionamento è il seguente: i martelletti delle corde interessate le colpiscono e come di consueto, ritornano al loro posto, il pedale tonale tiene sollevati gli smorzatori in modo tale che le corde continuino a vibrare fino a quando il pedale non sarà rilasciato. Tutti gli altri tasti funzionano regolarmente e questo pedale molto spesso è utilizzato contemporaneamente agli altri due (uno per volta).
Questo pedale ha trovato largo uso a partire dalla seconda metà dell'Ottocento (Debussy, Satie, Ravel, Brahms...) perchè lo strumento, portato agli estremi da Listz, aveva spiccato il volo e pertanto si è pensato bene di aggiungere un nuovo artificio. Dobbiamo a Rendano l'invenzione di questo pedale.

Per i pianoforti che non ce l'hanno, si sostituisce con il pedale di risonanza.

Il pedale di risonanza, del forte oppure di destra è quello più usato dei tre, anche se il suo uso non deve essere "fastidioso" ma dosato giustamente.
Da Chopin in poi, ma già prima con Beethoven e Schubert, il pedale diventa essenziale per una buona riuscita dei brani.
Perchè si chiama pedale di risonanza? Perchè sfrutta il fenomeno della risonanza (vibrazione libera di una corda).
Praticamente, quando noi abbassiamo questo pedale, tutte le corde si liberano perchè gli smorzatori non toccano le corde e gli armonici si mescolano formando un suono ricco di sfumature.



Sugli spartiti il pedale si presenta sotto diverse forme. Ne indico alcune.


Ped                dove Ped sta per "abbassa il pedale"   e l'asterisco (*) per "alza il pedale".




          
Diciamo che la regola generale è che quando cambia l'armonia, il pedale dev'essere alzto e poi riabassato per evitare che il suono si "impasti" e diventi fastidioso.
Questa regola non vale nel caso in cui l'autore voglia "la risonanza", cioè il pedale lungo anche con armonie sovrapposte. Beethoven ne fa largo uso e anche Listz.

Si ricordi che la cassa di risonanza contiene il volume d'aria che vibra insieme alla frequenza delle corde, accrescendone notevolmente la sonorità. Quando usiamo il pedale teniamo conto della risonanza.

Affinchè l'uso del pedale sia gradevole, ogni pianista deve affinare l'orecchio.

Alcuni autori come Bach, Scarlatti e i tutti i clavicembalisti, non prevedono l'uso del pedale ( per ragioni storiche). Tuttavia, in alcuni casi, se il pedale è messo nel punto giusto e a piccole dosi, rende ricca e bella questo genere di musica.

Mozart, Clementi, Haydn e il primo Beethoven non necessitano di tanto pedale perchè il classicismo prevede una pulizia di suono e precisione del tocco. In effetti, questi autori non segnano sempre il pedale ma comunque lo possiamo usare.


Per approfondire l'argomento consiglio alcuni libri:

  • "Tecnica moderna del pedale" di Schnabel ed. Curci

  • Tecnica Pianistica - Fasc. XII - TECNICA DEL PEDALE di Alessandro Longo ed. Curci

  • Il pedale di Chopin : l'estetica del pedale di risonanza nella musica pianistica di Fryderyk Chopin di Francesco Giammarco ed. Zecchini

  • A. Casella "Il Pianoforte" ed. Ricordi


"I suoni ci circondano e noi siamo essenza sonora"
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