Le scale e gli arpeggi - Il Pianoforte e la Didattica

Didattica Pianistica e Musicale
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Le scale e gli arpeggi

Il Linguaggio musicale

La tecnica delle scale e degli arpeggi è la base della tecnica pianistica. Se si pensa che la musica di Mozart, Beethoven, Clementi...Chopin e fino i nostri giorni è costruita principalmente sulle scale e sugli arpeggi,  si capisce quanto sia importante, per un buon esecutore, imparare le tecniche corrette.
Per arrivare allo studio della tecnica trascendentale di Chopin e Listz, scale e arpeggi sono indispensabili. Gli studi trascendentali di Listz sono pieni di scale e arpeggi come anche quelli di Chopin, per non pensare a tutta la musica barocca, classica, moderna e contemporanea.

Le scale sono successioni ordinate di gradi congiunti in senso ascendente e discendente che sfruttando le diverse posizioni sulla tastiera, allenano le mani a muoversi con disinvoltura e le adattano alle posizioni più disparate.
Solitamente si inizia lo studio da quella di DO maggiore e invece consiglio di iniziare da quella di SI maggiore per la mano destra e MI maggiore per la mano sinistra.
L'esercizio primario è da farsi a mani separate. Il passaggio del pollice va curato da subito: non si usa tutta la falange ma solo l'estremità esterna (io dico sempre "usare una punta del dito"). Non trovo utili gli esercizi, proposti da alcuni libri rinomati, preliminari al passaggio del pollice; si deve spiegare e correggere il movimento durante lo studio di scale e arpeggi.
Si ricerchino movimenti naturali, che rispecchino l'anatomia. Per eseguire un passaggio correttamente bisogna che si ricerchi la comodità e si capiscano i movimenti da mettere in atto. Uno studio ragionato è più lungo e faticoso ma porta alla consapevolezza di suonare sapendo cosa si deve fare.
Come ho già detto, è indispensabile suonare a mani separate. Impariamo a suonare la scala di MI maggiore (un'ottava) in senso ascendente e in senso discendente e mettiamo a mani unite per moto contrario.  Imparata la corretta esecuzione a mani unite, si passa al moto retto. A questo punto possimo iniziare il ciclo partendo dal DO maggiore.
Solitamente io seguo questo schema:
Mani separate, moto contrario e moto retto
1. solo maggiori (MI. DO, RE, SOL, LA).
2. scale minori naturali di DO, RE, MI, SOL e LA
3. Scale minori melodiche di DO, RE, MI, SOL e LA
4. scale minori armoniche di DO, RE, MI, SOL e LA

Imparate le scale elencate, passo all'accordo perfetto nelle sue tre posizioni e successivamente agli arpeggi. Inserisco le scale di Fa e Si (maggiori e minori) con relativi accordi/arpeggi ed infine tutte quelle con bemolli e diesis.


Gli arpeggi sono "accordi aperti". Quando eseguiamo un accordo, suoniamo le note contemporaneamente mentre quando eseguiamo un arpeggio, suoniamo le note consecutivamente (una dopo l'altra).


COME AFFRONTARE LO STUDIO DEGLI ARPEGGI?

Il primo passo tecnico, da fare contemporaneamente allo studio delle scale, è quello di imparare ad eseguire gli accordi perfetti (a tre note) nelle tre posizioni. Curate le entrate e le uscite (movimento del polso), è necessario che la punta delle dita sia "attiva" e che ci si un'equ distribuzione del peso sulle dita. Ascoltate il suono che producete: dev'essere 'armonico', pieno e rotondo.
Imparato ad eseguire correttamente gli accordi, il secondo passo è quello di aprire gli accordi, ottenendo la prima sequenza di arpeggi.
La diteggiatura dev'essere la stessa degli accordi.

Si deve continure a studiare accordi e arpeggi fino ad ottenere movimenti fluidi e naturali. Assimilati accordi e arpeggi a tre note, si passa allo studio di quelli a 4 note: raddoppiando la nota bassa all'ottava superiore e poi suonando gli accordi di settima.

Ultimo passo è quello di aggiungere il passaggio del pollice (il pollice suona con la punta non con tutta la falange) per poter eseguire gli arpeggi a più ottave.

Anche lo studio degli accordi dev'essere fatto accuratamente a mani separate e solo quando si assimilano i movimenti e la diteggiatura, si suonino a mani unite per moto retto e contrario.

Oltre alle scale per moto retto e contrario, esistono anche quelle per terze, seste, doppie terze, doppie seste, ottave e cromatiche così pure di arpeggi se ne possono costruire di diversi tipi: per terza, sesta, spezzati... Si lavorano per tutta la vita e si scopriranno sempre nuove sorprese. Importante è sempre: curare i movimenti e la forma delle mani.


Una scala è una successione ordinata di otto suoni congiunti dei quali il primo e l'ultimo sono uguali ma, ad altezze diverse.


LE SCALE MODALI

Le scale modali sono sette. L'elemento caratterizzante è la posizione dei due semitoni (evidenziati di giallo).









A ciascuno di questi modi detti autentici corrispondevano i plagali che partivano una quarta sotto rispetto alla scala di riferimento.

Queste scale si definirono dai primi secoli del Medioevo e caratterizzano il modo gregoriano che utilizzava i modi: dorico, frigio, lidio e misolidio. Nel Rinascimento si prediligevano i modi eolio e ionico e dal XVII secolo le scale modali caddero in disuso, il temperamento equabile aprì le porte alle scale tonali.



LE SCALE TONALI

I suoni della scala sono detti gradi e ognuno ha una denominazione precisa:

1° grado=tonica: E' la prima nota che da  il nome alla scala.
2° grado=sopratonica.
3° grado=mediante, caratteristica o modale: determina il modo della scala (maggiore o minore).
4° grado=sottodominante.
5° grado=dominante.
6° grado=sopradominante.
7° grado=sensibile se si trova a distanza di un semitono dalla tonica e sottotonica se si trova a distanza di un tono dalla tonica.

I gradi che determinano la tonalità  sono: la tonica, la sottodominante e la dominante. Gli accordi perfetti costruiti su questi 3 gradi contengono tutti i suoni della scala di riferimento. Queste tre note sono dette tonali.


La musica tonale è una musica organizzata attorno ad un suono centrale: la tonica.
Tutti i suoni della scala cromatica possono diventare tonica. In totale otteniamo 24 tonalità , maggiori e minori. Ad ogni scala maggiore corrisponde una scala minore, per trovarla basta scendere di un tono e mezzo.

La scala minore può essere di tre tipi:
Scala minore naturale: conserva le alterazioni della relativa maggiore.
Scala minore melodica: oltre alle alterazioni della relativa maggiore, nel moto ascendente presenta il sesto e il settimo gradi aumentati di un semitono, nel moto discendente ritornano naturali.
Scala minore armonica: oltre alle alterazioni della relativa maggiore presenta il settimo grado alterato di un semitono ascendente sia nell'andata che nel ritorno.   



SCALE MODELLO: DO maggiore - LA minore.

Tutte le altre scale hanno la stessa successione di toni e di semitoni delle scale modello.
Scala Maggiore= tono,tono,semitono,tono,tono,tono,semitono.
Scala minore naturale= tono, semitono, tono,tono,semitono, tono, tono.
Scala minore melodica= (andata) tono, semitono, tono,tono, tono, tono, semitono--- (ritorno)  tono, tono, semitono, tono, tono, semitono, tono.
Scala minore armonica= tono, semitono, tono, tono, semitono, 1tono e 1/2, semitono.




           SCALE CON I DIESIS                                                                          SCALE CON I BEMOLLI   
 (la successione dei diesis è: fa, do, sol, re, la, mi, si)                              (la successione dei bemolli è: si, mi, la, re, sol, do, fa)
                                                                                                                                                   
Le scale omofone sono quelle che hanno gli stessi suoni,
frutto del .


SCALE MAGGIORI, SCALE MINORI e CROMATICHE (studiare anche i relativi arpeggi)
"I suoni ci circondano e noi siamo essenza sonora"
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