Il ritmo
Il Linguaggio musicale
Il ritmo è la successione di accenti forti e deboli nel tempo.
Le parole "TEMPO" e "RITMO" non sono sinonimi ma, viaggiano a braccetto.
Ogni brano musicale, ammenocchè non abbia una scrittura "d'avanguardia", subito dopo la chiave musicale riporta un numero frazionario: il tempo.
Ma parliamo di tempo anche riferendoci al "movimento", cioè alla velocità di ogni brano.
Trés calme è il movimento, vale a dire a che velocità eseguiremo il brano;
4/4 è la durata di ogni battuta (4 battiti della durata di 1/4 ciascuno)
Il ritmo è scandito dalla durata delle note.
Ogni composizione presenta caratteristiche proprie e legate anche al genere a cui appatiene. Il compositore sceglie con cura tutto quello che dovrà tradurre con i suoni.
Quando solfeggiamo, cioè leggiamo lo spartito, dobbiamo prestare particolare attenzione agli aspetti elecati e anche a tutti gli accenti oppure legature o ancora staccati... tutto contribuisce a determinare l'andamento ritmico del brano.
La frazione che troviamo all'inizio del brano, ci determina la struttura metrica, proprio come avviene per la poesia.
Tutto ha una logica e se spostiamo gli accenti, così come avviene per le parole, cambia il significato oppure diventa un linguaggio incomprensibile.
A tal proposito avremo gli accenti forti che sono detti "battere" e quelli deboli che sono detti "levare".
Lo studio del solfeggio ci aiuta a comprendere come leggere uno spartito e i movimenti che scandiscono "i tempi" (vale a dire le suddivisioni) ci forniscono tutti gli elementi per scandire un ritmo giusto nel tempo. clicca qui
A seconda di come inizia un brano, distinguiamo 3 tipi di ritmi (determinanti per la buona resa esecutiva e per conservare il carattere del brano).
TETICO: il brano inizia in battere.
ANACRUSICO: il brano inizia in levare.
ACEFALO: il brano inizia con una pausa..
allo stesso modo, il finale sarà:
- TRONCO: quando il brano finisce sul tempo forte.
- PIANO: quando il brano si chiude sul tempo debole.
Il ritmo determina il clima del brano e può fluttuare all'interno del brano. Ci possono essere dei passaggi più morbidi, altri più serrati e una via di mezzo. Come ho detto prima, il ritmo determina il carattere del brano. La frazione posta all'inizio del brano, anch'essa contribuisce a dare un contributo importantissimo. Per esempio: se il brano sarà scritto in 3/4, il ritmo potrà essere quello di un valzer, una Mazurka oppure una danza in generale.
Il valzer (ritmo: UNO, due, tre).
Dal tedesco walzen: rotolare, girare.
Ballo austro-tedesco che si afferma nel Settecento, successivamente diffuso in Europa. Ballo di coppia che alle origini fu molto criticato per via della distanz ravvicinata tra uomo e donna. E' un ballo in ritmo ternario, veloce.
Dalla metà del XIX secolo il ritmo del Valzer inizia a diventare più lento di quello "viennese". Ai giri vorticosi lascia spazio ad uno stile più rilassato, denominato inizialmente con l'appellativo di Boston (dallaa città che vede la sua rivisitazione) ed Hesitation.
Gli inglesi, che all'origine avevano tanto criticato questo ballo, lo adottano e lo rendono quello che oggi è ballato in tutto il mondo.
Come riporta il sito "www.ballanotutti.it":
Il Valzer Inglese è eseguito con un ritmo 3/4 e con un andamento di 28/30 battute al minuto.
Il Valzer Viennese è eseguito su un ritmo di 3/4 con un andamento di 58/60 battute per minuto.
La Mazurka
(immagine di wikipedia.org)
Nata in Polonia come danza popolare durante il 1500 e diffusasi in Europa dal 1700. La sua gloria la deve anche alla riscrittura colta del Romanticismo e oltre: Chopin, Čajkovskij, Borodin, Debussy, Ravel e altri.
E' una danza a ritmo ternario e a volteggi. Le coppie (da 4 a 8, solitamente) si dispongono in cerchio. La velocità è più contenuta del Valzer e la caduta dell'accento ritmico è sul secondo tempo della misura.